… To be continued … / … La ricerca continua …
“La nostra scommessa è continuare un’esperienza di ricerca come questa, guardando oltre quella immagine di apparente utopia per divulgare, condividere e contribuire a far crescere un sano confronto costruttivo e realistico sul tema dell’agricoltura verticale, partendo proprio dal nostro territorio pontino”. Emanuel Acciarito
Il progetto “farmduepunto ZERO | emissioni | pesticidi | energia | rifiuti | distanza, è sintesi di un messaggio che diventa slogan e logo di presentazione del lavoro di ricerca, studio e approfondimento che lo studio di architettura“atelier creativo acciarito” di Alessio e Emanuel Acciarito, dedica al tema della “vertical urban farm”.
La ricerca è stata approcciata nel 2010, quando ancora i due architetti, da studenti frequentavano i banchi delle aule della Facoltà di Architettura”La Sapeinza” di Roma. In quelle occasioni in particolare durante il Laboratorio di Sintesi finale in progettazione ambientale tenuto dal professore Salvatore Dierna il tema trattato fu tanto stimolante da lasciare in mente ai due fratelli l’idea di continuare anche fuori l’università a coltivare lo studio e la ricerca sulla “vertical urban farm”.
Nasce appunto “farmduepunto ZERO | emissioni | pesticidi | energia | rifiuti | distanza”. Farm sta per fattoria, dove coltivare e allevare, produrre e distribuire prodotti alimentari. Due punto zero sta per proseguimento aggiornato di una ricerca. Due sono gli autori del progetto. Due sono i prototipi iniziali studiati e approfonditi da Alessio ed Emanuel Acciarito.
ZERO, emissioni, pesticidi, energia, rifiuti e distanza è l’obiettivo principale da raggiungere con la ricerca. Queste in sintesi sono le fondamenta che i due architetti rimarcano per delineare il loro percorso di studio e ricerca sul tema.
“dobbiamo abituare la società di oggi, a guardare i nuovi progetti, con gli occhi dei figli del nostro domani” cit. Emanuel Acciarito
Alessio ed Emanuel riconoscono in questo tema tutte le potenzialità giuste per far convogliare in esso il “pensiero unico e lungimirante di quattro generazioni a confronto” le quali interagiscono con la riflessione della tradizione di ieri, in particolare quella caratterizzata dal lavoro dei nostri nonni con lo spirito di ricerca e voglia di innovazione di oggi, quello che si sente portato per mano dai nostri padri con infine l’ idea del sogno sano e pulito di domani che vorremmo coltivare e donare ai nostri figli.
Pensare dunque che in un futuro prossimo potremmo riversare tutte le nostre produzioni alimentari all’interno di grandi grattacieli polifunzionali per produrre, vivere, studiare e lavorare nel rispetto dell’ambiente diventa motivo di scommessa, impegno e ricerca per lo studio di architettura “atelier creativo acciarito” il quale intende continuare ad alimentare il dibattito contemporaneo sul tema applicando ad esso il concetto della “bio-architettura” come fattore determinante sul quale riversare tutta la ricerca necessaria per la realizzazione concreta del progetto stesso della vertical urban farm.
“grande utopia o futura realtà?” cit. Alessio Acciarito
La “farmduepunto ZERO” è il progetto di ricerca nel quale i due architetti riversano con uno studio continuo i concetti di quella che per loro è l’architettura nuova, quella sana, quella che permette di guardare il disegno dello scenario dell’abitare e vivere il nostro ambiente e il nostro costruito futuro con una speranza ecologica, sociale e civica nel rispetto del pianeta e dell’uomo che lo vive, in più rispetto a quella che abbiamo oggi.
Lo studio metabolizza tutti i concetti e buoni propositi della bioarchitettura e costruisce il suo DNA progettuale intorno alla “bioedilizia”, all’ “architettura sostenibile”e alla “bioclimatica”, affidando alla progettazione integrata, la soluzione che ci consente di avere un approccio ecologico, sostenibile e soprattutto (con obiettivo emissioni zero) pratico, tecnico ed efficiente per la realizzazione di ambienti sani e a misura d’uomo che tengano conto del risparmio produttivo, del ciclo di vita dei materiali, del valore del riuso e del riciclo, dell’importanza della sostenibilità e della modularità di ciascun elemento in modo da garantire alla casa un ciclo di vita infinito che possa essere anche il manifesto del ciclo di vita sano dell’ambiente e dell’uomo.
L’avvento dell’agricoltura e il suo sviluppo continuo nella nostra società ha portato con sé un aumento senza precedenti della popolazione mondiale che non arresta a crescere. Questo ha significato un bene per la popolazione ma purtroppo è stato un male per il pianeta. L’uomo da cacciatore e raccoglitore primitivo è passato a sofisticato abitante urbano. Questo ha fatto si che l’agricoltura è stato e continua ad essere l’elemento principale che causa il ridisegno continuo del nostro paesaggio in favore dei campi coltivati ed a scapito degli ecosistemi naturali. L’agricoltura ha portato con se tanti nuovi rischi e malattie per la salute causa anche dell’uso eccessivo di prodotti chimici. Ma il vero problema sta nel fatto che in previsione dell’aumento della popolazione si rischierà che le terre a noi disponibili non saranno più sufficienti a produrre alimenti necessari a sfamare l’intera popolazione mondiale. Pertanto diventa essenziale confrontarci e sviluppare quanto prima strategie alternative nuove per far fronte a questo problema che altrimenti sarà da solo causa prevalente del caos sociale sul rispetto delle regole del comportamento civile.
“La sfida - dice Dickson Despommier, inventore della Vertical Urban Farm - consiste nello sviluppare metodi alternativi di produzione alimentare che non compromettano i pochi ecosistemi ancora funzionanti. Una possibile soluzione consiste nella costruzione di centri urbani di produzione alimentare come potrà essere la fattoria verticale, la avveniristica Vertical Urban Farm, in cui gli alimenti sono prodotti, per tutto l’arco dell’anno, all’interno di alti edifici a più piani collocati nell’ambiente urbano preesistente. La realizzazione di questo tipo di produzione alimentare eviterebbe le perdite di raccolti dovute ad eventi metereologici (inondazioni, siccità, uragani ed altro). I prodotti alimentari giungerebbero agli abitanti urbani senza la necessità del loro trasporto per miglia di chilometri dalle zone rurali ai mercati cittadini. Inoltre, sarebbe notevolmente ridotto il deterioramento dei prodotti, in quanto gli stessi sarebbero venduti e consumati immediatamente dopo il raccolto. Qualora la produzione agricola verticale nei centri urbani diventasse la norma, uno dei benefici di lungo termine sarebbe il graduale ripristino di molti degli ecosistemi degradati in tutto il mondo a seguito dell’abbandono sistematico dei terreni agricoli. Nelle zone temperate e tropicali, la crescita delle foreste di latifoglie svolgerebbe un ruolo significativo nella cattura del carbonio e potrebbe contribuire ad un’inversione delle attuali tendenze nel cambiamento climatico globale. Tra gli ulteriori benefici generati dell’agricoltura verticale sono compresi la creazione di un ambiente urbano sostenibile, che favorisce la salute di tutti coloro che scelgono di viverci, nuove opportunità di lavoro, riduzione dei lotti e degli edifici abbandonati, aria più pulita, uso sicuro dei reflui di scarico urbani e abbondante fornitura di acqua potabile”.
In linea con questo pensiero lo studio sviluppa la propria idea di Vertical Urban Farm e ribadisce che questa fattoria di ultima generazione che coltiva e alleva tutto ciò che mangiamo per aria è un’ottima idea. Magari sarà difficile far capire quanto possa essere importante per il futuro trasferire tutto quello che da millenni siamo abituati a fare in campagna in un grattacielo metropolitano. Un edificio alto dentro il quale coltivare frutta e verdura, in apposite strutture multipiani, dove ogni piano è costituito da più piani che permettono di produrre prodotti alimentari in spazi tridimensionali ridotti che moltiplicherebbero cinque volte in più la produzione fatta oggi sfruttando gli ampi appezzamenti di territori è l’idea da divulgare, è il tema sul quale lo studio insiste nel voler tenere aperto un dibattito trasversale con tutti i settori della nostra società.
Convincere e studiare che si può produrre utilizzando la cultura idroponica al posto della terra diventa un principale obiettivo per far capire che questo tipo di cultura garantirebbe una qualità maggiore del prodotto perché i sistemi chiusi e controllati non usano pesticidi. Altri vantaggi sono il risparmio dell’acqua, produzione tutto l’anno indipendentemente dalle stagioni, dal maltempo o dalla siccità e soprattutto produzione a Km0 inquanto nello stesso posto in cui si produrrebbero i prodotti si consumerebbe, abbattendo così trasporti ed emissioni di gas serra.
Questo è quanto riguarda la ricerca sull’agricoltura indoor_l’agricoltura avveniristica al quale lo studio affianca tematiche sulla bioarchitettura, grattacielo, orti urbani, sostenibilità, riciclo, salvaguardia dei territori, nuove tecnologie, nuova estetica, nuovi skyline.
Due sono i prototipi che lo studio presenta. Uno porta la firma di Alessio Acciarito e l’altro porta la firma di Emanuel Acciarito. Entrambi portano avanti la stessa ricerca. Entrambi sono rappresentati dal progetto “farmduepunto ZERO| emissioni | pesticidi | energia | rifiuti | distanza”.
Dal minuto 3:30 l'intervista a Emanuel Acciarito nell'estratto della puntata del 20 luglio 2015 di Kilometro Zero #7 a cura della redazione di ScambiAffari.tv